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“Emissari delle ’ndrine dentro il cerchio magico"

Reggio Calabria GUIDO RUOTOLO
Il sospetto della procura antimafia di Reggio Calabria, è che quel vorticoso giro di soldi, di investimenti all’estero, di finanziamenti pubblici, di versamenti di «crediti d’imposta», siano serviti alla ’ndrangheta per riciclare i suoi capitali. Più precisamente, gli inquirenti reggini sono convinti che «l’improduttività» di certi movimenti di capitali confermi l’attività di riciclaggio dei capitali della ’ndrangheta di Reggio Calabria.

L’ipotesi investigativa di Reggio Calabria rimanda a un’altra affermazione: le ‘ndrine avevano un loro emissario nel cerchio magico di Umberto Bossi.

Romolo Girardelli, l’«ammiraglio», era socio del tesoriere Francesco Belsito. Romolo «l’ammiraglio» che Reggio indagò nel 2002, per mafia, perché organico alla cosca De Stefano. E poi l’avvocato di affari di Melito Porto Salvo, Bruno Mafrici. Personaggi senza identità, sconosciuti.

Come Marcello Ferraina di Catanzaro.

Viene da ridere pensando a quello scatto d’ira dell’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni, contro Roberto Saviano, che nella trasmissione «Vieni via con me» con Fabio Fazio, parlò dei rapporti tra un consigliere regionale lombardo del Carroccio e la ’ndrangheta, così come emergeva dalle indagini della procura milanese.

«Accuse infamanti», tuonò Maroni, «insinuazioni gravissime per milioni di leghisti che si sono sentiti indignati». E oggi come la mettiamo, Roberto Maroni?

Era il novembre del 2010, e scese una cappa di silenzio e di imbarazzo leghista. In realtà, tre parlamentari del Carroccio, all’indomani di quelle polemiche, presero coraggio, e si rivolsero alla magistratura. Portarono con loro un fascicoletto di ritagli di giornali, di visure, di atti pubblici e, soprattutto, si sfogarono. Avevano intuito che le cose nel cerchio magico bossiano non andavano per il verso giusto.

«Belsito che personaggio... ha una gestione opaca della cassa... fa affari misteriosi... si accompagna con un personaggio calabrese... Marcello Ferraina, che finanzia "La Padania"...».

Ecco, dunque, Marcello Ferraina, precedenti per bancarotta fraudolenta: una condanna a un anno e otto mesi. Diventato anche lui un personaggio di rilievo, all’interno del cerchio magico. Perché grazie a Belsito - ma è sponsorizzato anche da Roberto Calderoli - si ritrovò al numero tre della lista delle Europee 2009, circoscrizione Sud, naturalmente sotto il simbolo del Carroccio, giusto dietro Bossi e Speroni. Prese 1.467 preferenze. La Lega però non ottenne nessun seggio.

Tre leghisti cuor di leone. Che hanno avuto il coraggio, in tempi di dittatura del cerchio magico, di sollevare dubbi e perplessità sulle brutte compagnie dei dirigenti del Carroccio. Lo scandalo degli investimenti in Tanzania via Cipro non era ancora esploso.

Ben altro scenario, gli inquirenti napoletani che indagano anche loro su Belsito ed altri personaggi per altre operazioni finanziarie, si sono trovati di fronte. Centinaia di intercettazione telefoniche nelle quali sono coinvolti parlamentari della Lega.

Anche loro si lamentano della gestione opaca del bilancio della Lega, sono critici nei confronti di Belsito ma tacciono. Stringono la cinghia della sopportazione, ingoiano il rospo. Quando verrà il momento, i pm napoletani Piscitelli e Woodcock contesteranno a Belsito quelle telefonate.

Che scenario imprevedibile si sta materializzando. Non era ancora nata la Seconda Repubblica, nel pieno della stagione stragista di mafia e di Tangentopoli, menti politiche e criminali raffinate (come Don Vito Ciancimino) organizzarono proprio a Lamezia Terme un convegno sui movimenti indipendentisti, sulle leghe (dal Nord al Sud).

Ma qui, oggi, questi intrecci hanno poco a che fare con la progettualità politica. Sono legati agli affari, ai soldi.

Perché le modalità di passaggi di denaro, con un superfrazionamento di versamenti, ricorda tanto le operazioni di riciclaggio. A un certo punto, gli investigatori reggini, contano «43 operazioni di prelevamento per un importo complessivo di (appena, ndr) 73.750 euro».

C’è un prospetto di passaggi di capitale dalla Siram a Polare (8.306.438 euro), da Polare a Marco Polo (7.007.796), da Marco Polo a Siram (6.964.689 euro). Scrive il gip reggino nel decreto di perquisizione: «Ciò che emerge con forza sono i trasferimenti di denaro, per complessivi 6.964.689 euro destinati a “Siram spa” da parte di “Marco Polo Triveneto”, poiché non giustificati da alcun rapporto reale di natura economico-finanziaria tra le due compagini societarie».

Un po’ di pazienza: «Prestando attenzione alla cronologia dei movimenti di denaro tra le tre società, si percepisce nettamente che solo i primi due trasferimenti di denaro da Siram a Polare Scarl sono costituiti da risorse finanziarie effettive, mentre tutti i restanti sono stati realizzati attraverso la circolazione delle medesime risorse».

È il gioco delle tre carte. Gioco milionario, in questo caso. Un vorticoso passaggio di milioni di euro. «In conclusione è opportuno evidenziare come le società che hanno interagito finanziariamente con Siram, siano tutte riconducibili a Stefano Bonet, di cui Romolo Girardelli è rappresentante per la zona di Genova».

"La Stampa", 5/04/2012

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