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ANTONIA CIASCA, ARCHEOLOGA DI FAMA INTERNAZIONALE

Nobile figura di studiosa e di docente universitaria, nata Melfi nel 1930.
Era figlia dello storico Raffaele Ciasca e della scrittrice Carolina Rispoli.

Il 1° marzo 2001 moriva a Roma la professoressa Antonia Ciasca, illustre archeologa e ordinaria di Antichità Puniche presso l’Università La Sapienza.


      Nata a Melfi il 21 maggio 1930, era figlia dell’insigne storico e senatore della Repubblica Italiana Raffaele Ciasca (1888-1975), di Rionero in Vulture e della nota scrittrice e romanziera melfitana Carolina Rispoli ( 1893-1991).
Fin dalla giovane età, Antonia si mostrò particolarmente versata per lo studio e la ricerca sulle civiltà antiche, tanto da acquisire, in breve, una profonda conoscenza della storia dei popoli che abitarono le sponde del Mediterraneo.
Presso l'Università "La Sapienza" di Roma conseguì una laurea in Etruscologia con Massimo Pallottino, collaborando anche agli scavi presso la città di Pyrgi, vicino Roma. Divenne prima assistente di Filologia Semitica con Sabatino Moscati, ed in seguito istituì la prima cattedra italiana di Antichità Puniche nella stessa università. Insegnò anche presso la Scuola di Specializzazione, e collaborò al Centro per le Antichità del Vicino Oriente Antico, scrivendo anche sul periodico accademico Oriente Antico, nonché direttrice della Rivista di Studi Fenici. Parte attiva del centro di ricerche del Vicino Oriente presso la Sapienza, aprì il primo scavo in Israele nel 1959. Inoltre per prima si interessò a Malta, iniziando per la prima volta degli scavi archeologici presso l'arcipelago maltese. Nel 1963 dà vita agli scavi di Tas Silg, partecipandovi personalmente per sei anni, di cui si ricorda la notevole scoperta del tempio dedicato ad Astarte; qui riprese gli scavi nel 1998. Nel 1964 iniziò la prima campagna di scavo presso il tofet dell'isola di Mozia, nei pressi della costa marsalese. Nel 1975 partecipò anche agli scavi di Tharros (i risultati sono pubblicati in Rivista di Studi Fenici III). Nello stesso anno a Mozia lasciò lo scavo del tofet concentrandosi sul tratto delle mura urbane. Ha diretto anche alcune missioni topografiche in Tunisia ed in Algeria, identificando in particolare il sito di Capo Bon. Iniziò così la sua lunga attività di ricercatrice appassionata, che la pose come indiscusso punto di riferimento per quanti si avvicinavano alla riscoperta delle antiche civiltà fenicio-puniche.   Riusciva, col suo carattere aperto e col suo senso dell’umorismo ad attrarre allo studio delle civiltà antiche schiere di studenti che, letteralmente, erano  affascinati dal suo modo d’insegnare e d’ intrattenere i suoi allievi in un campo di ricerca non certo facile. Era amata e rispettata da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla e di apprezzarne le elevate doti umane e professionali.
 La conoscenza dell’Oriente mediterraneo in Antonia Ciasca era piena, forgiata nelle lunghe missioni in Israele, in Palestina ed a Cipro, alla ricerca  delle origini di  un grandioso fenomeno di colonizzazione che aveva portato la civiltà semitica dei Fenici in Occidente, a Cartagine, sulle coste dell’Africa, e in Spagna, in Sicilia, in Sardegna, a Malta e nelle Baleari. Spesso, attenti soltanto alla civiltà greca, l’apporto della colonizzazione di Fenici e Cartaginesi, è sottovalutato. Numerosi gli scritti di Antonia Ciasca per lo più pubblicati sulle maggiori riviste specializzate del settore archeologico. Ne vogliamo citare solo alcuni: "Scavi alle mura di Mozia (campagna 1975)", in Rivista di Studi Fenici (1976), "Scavi alle fortificazioni di Mozia (1974-1975)", in Kokalos (1976-1977),. "Scavi alle mura di Mozia (campagna 1976)", in Rivista di Studi Fenici (1977), "Scavi alle mura (campagna 1977)", in Rivista di Studi Fenici (1978), "Scavi alle mura di Mozia (campagna 1978)", in Rivista di Studi Fenici (1979).
 “Antonia Ciasca – ha scritto sul Quotidiano di Lecce del 2 marzo 2001, l’egregio prof. Francesco D’Andria, Direttore  della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università di Lecce, il quale aveva preso parte a diverse missioni di scavo a Malta con la Ciasca - aveva la straordinaria qualità di mettere insieme l’amore e l’interesse per la ricerca archeologica con la capacità di costruire intorno ad essa una rete di affetti e di amicizie disinteressate”.
“Antonia Ciasca – ha scritto sul Quotidiano di Lecce del 2 marzo 2001, l’egregio prof. Francesco D’Andria, Direttore  della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università di Lecce, il quale aveva preso parte a diverse missioni di scavo a Malta con la Ciasca - aveva la straordinaria qualità di mettere insieme l’amore e l’interesse per la ricerca archeologica con la capacità di costruire intorno ad essa una rete di affetti e di amicizie disinteressate”.
Sempre nel 2001  il prof. S.F. Bondi di Viterbo, in ricordo di Antonia Ciasca dopo la sua morte, ha scritto, fra l’altro, e pubblicato sulla “Rivista Studi Fenici”,volume XXX, 1 del Consiglio Nazionale delle Ricerche Isituto per la Civiltà Fenicia e Punica “Sabatino Moscati” quanro segue: “ La scomparsa di Antonia Cisca è una perdita gravissima per il mondo degli studi; irreparabile perché viene a mancare un punto di riferimento essenziale per le ricerche sulla civiltà fenicia nel Mediterraneo centrale e personalmente dolorosa per coloro che hanno avuto il privilegio di esserLe stati allievi o di condividere con lei una parte più o meno lunga del proprio cammino. Particolarmente acuto è il rimpianto tra quanti, nell’Organo di ricerca che pubblica questa Rivista, parteciparono con lei ai primi passi dell’allora “Centro di Studio per la Civiltà fenicia e punica” di cui Ella fu il primo direttore, cos’ come fu il primo direttore responsabile della Rivista di Studi Fenici”. Erano anni, a pensarli ora, di tumultuosa crescita degli studi fenici, grazie al gruppo costituito da Sabatino Moscati all’Università di Roma e poi al C.N.R. ; e di tale gruppo Antonia Ciasca ( che nel 1966, è bene ricordarlo, fu la prima docente di “Antichità puniche” in un Ateneo italiano) fu a un tempo, e da subito, la personalità di maggiore spicco nell’attività archeologica e l’interlocutore vicino e autorevole per gli studiosi più giovani. 
Grandissimo è il debito di gratitudine che gli studi fenici, e soprattutto in Italia gli studiosi della mia generazione, hanno verso di lei. Addio, AntoniA, E GRAZIE DELLA Tua amicizia e dei Tui insegnamenti
      Antonia Ciasca era professore ordinario di Antichità fenicio-puniche alla Sapienza di Roma e aveva diretto l’Istituto del Consiglio nazionale delle ricerche, fondato da Sabatino Moscati, per sviluppare le indagini sulle civiltà puniche del Mediterraneo.
        Numerose furono le missioni archeologiche condotte e dirette, a capo della Missione  archeologica italiana   a Malta, dalla prof.ssa Ciasca  con studenti provenienti    dalle università La Sapienza di Roma, dall’Università Cattolica di Milano e, in quella del 1999, anche  dall’Università di Lecce, per effettuare importanti  scavi. Particolarmente interessanti quelli nel cantiere di Tas Silg, vicino a Marsa Xlokk, il porto dello scirocco e punto centrale dei traffici di tutto il Mediterraneo, al fine di ricavare, finalmente, risposte convincenti  alle non poche domande sulle peculiarità, importanza e  ruolo delle civiltà di quel popolo.
   In un’intervista, rilasciata a Sergio Frau per Repubblica, Antonia Ciasca richiamava l’importanza di Tas Silg affermando: “ Il vero fascino di questo scavo è che qui, in
una stratificazione di soli sessanta centimetri, si rintracciano almeno cinquemila anni di storia  religiosa dell’umanità”.
  I parenti della Ciasca, in seguito alla sua scomparsa, hanno deciso di donare tutto il patrimonio librario raccolto dall'archeologa durante tutti i suoi studi. Al momento il "Fondo Ciasca" occupa parte della sede Dipartimento di Scienze dell'Antichità della Sapienza, da cui è gestito.
L’Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Lettere, Scienze umanistiche e Studi orientali, Dipartimento di Scienze dell’Antichità - Sezione di Orientalistica, ha promosso a Roma il 25 febbraio 2011, a dieci anni dalla scomparsa, nell’Odeion del Museo dell’Arte Classica, la Nona Giornata Romana di Studi Moziesi, intitolata alla venerata memoria di Antonia Ciasca, già docente di Archeologia fenicio-punica presso il medesimo Ateneo della capitale. In tale importante evento culturale. hanno partecipato numerosi studiosi, in particolare della Sicilia Occidentale e sono stati presentati i risultati degli scavi condotti a Mozia nell'estate del 2010 unitamente alla presentazione delle indagini archeologiche in corso a Sidone (Claude Doumet Serhal.
Abbiamo conosciuto, casualmente, Antonia Ciasca, e apprezzato la sua squisita sensibilità umana, il 26 novembre 1988, nel corso dell’inaugurazione del busto del padre, senatore Raffaele Ciasca, eretto nell’atrio della Scuola Magistrale Statale per le maestre del grado preparatorio” R. Ciasca” di Rionero in Vulture, da lui fortemente voluta e al cui tenace impegno si deve, nel 1958, la istituzione, una delle otto scuole magistrali statali allora esistenti in tutta Italia.
      La sua scomparsa è stata quasi del tutto ignorata nella nostra Regione e, pertanto, riteniamo nostro preciso dovere ricordarne alle nuove generazioni, e agli immemori, la nobile figura che onora grandemente questa nostra terra lucana, spesso irriconoscente verso i suoi figli migliori.


Michele Traficante

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