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NINO CALICE, LO STUDIOSO, IL MERIDIONALISTA

Un ricordo dell’illustre parlamentare rionerese nel decennale della sua scomparsa

Rionero in Vulture si prepara ad onorare e ricordare uno dei suoi figli migliori, il senatore Giovanni Calice nel 10° anniversario della sua scomparsa.
Anche noi, in prossimità di tale ricorrenza, assai modestamente, vogliamo ricordare il senatore Giovanni Calice, deceduto nella sua casa di Rionero in Vulture il 14 settembre 1997, stroncato da un male incurabile all’età di 60 anni.

Con lui è scomparso una delle figure più rappresentative della cultura lucana, punto di riferimento per tanti giovani studiosi della storia politico-economica del Mezzogiorno.
Era nato nella città fortunatiana il 16 aprile 1937. Di modesta famiglia, rimasto orfano del padre Savino a 14 anni, “Nino”, com’era affettuosamente chiamato dagli amici, si distinse subito per la viva intelligenza e il rigore degli studi. Si laureò in Giurisprudenza presso l’Università “Federico II” di Napoli. Vincitore nel 1968 del concorso per l’insegnamento nei licei, divenne titolare della cattedra di storia e filosofia del Liceo classico di Potenza. Ma presto, con pari determinazione e passione, entrò in politica approfondendo la conoscenza del movimento contadino ed operaio in Lucania, diventando uno dei protagonisti nelle lotte per il riscatto della classe lavoratrice nella zona del Vulture. Si iscrisse nel 1959 al Partito Comunista Italiano di cui divenne uno dei più attivi ed apprezzati dirigenti regionali. Fu consigliere comunale e capogruppo al Comune di Rionero in Vulture fino al 1970, quando fu eletto consigliere regionale nella prima legislatura della Regione lucana. Promosse, col suo Gruppo, l’inchiesta sulla gestione amministrativa dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Potenza e sulla politica dei Lavori pubblici in Basilicata. Per alcuni mesi, nel 1976, fu sindaco della sua città natale. Nello stesso anno fu eletto Deputato al Parlamento nazionale. E, alla Camera, fece parte della Commissione Affari Costituzionali, contribuendo - fra l’altro - all’impostazione della legge”14” sulle nomine degli Enti Locali. Fu eletto senatore nel 1979 nel collegio di Melfi e rieletto nel 1983. Quale Vicepresidente della Commissione speciale per le zone terremotate nel 1980 ha contribuito alla elaborazione e alla impostazione della Legge 219 del 14 maggio 1981, per la ricostruzione delle zone terremotate. Nel 1983, con Napoleone Colaianni e nel 1985, con Silvano Andriani, è stato relatore di minoranza sulle leggi di bilancio e finanziarie dello Stato. E’ stato anche membro del Consiglio di amministrazione dell’Agensud ( Agenzia per lo Sviluppo del Mezzogiorno). Ma, pur intensamente impegnato in politica, Nino Calice non trascurò i diletti “studi” diventando uno degli intellettuali e degli storici più accreditati della Basilicata. . Frutto delle sue appassionate ricerche storiche sono, per fare alcuni esempi: Lotte politiche e sociali in Basilicata, Editori Riuniti, 1974; Partiti e Ricostruzione nel Mezzogiorno, De Donato Editore, 1976; Ettore Cicciotti, per un saggio sulla formazione dell’ideologia riformista, Lacaita Editore, 1979; Ernesto e Giustino Fortunato. L’Azienda di Gaudiano e il Collegio di Melfi, De Donato Editore, 1982 ( premio Basilicata e del Rotary internazionale di Palermo); Banche e Mezzogiorno, Editrice Basilicata, 1984; Il PCI nella storia di Basilicata, Editrice Osanna, 1986. Rionero. Storie sparse e disperse, 1995 .
E’ stato membro del Comitato scientifico dell’Istituto Alcide Cervi per la storia del movimento contadino in Italia.
Conoscitore profondo del pensiero del grande meridionalista rionerese Giustino Fortunato, da cui mutuò il rigore metodologico delle ricerche storiche e l’attaccamento alla sua terra, Nino Calice fu promotore e animatore appassionato del Centro Studi “Giustino Fortunato” di cui fu il primo presidente. Alimentò, con la sua indiscussa competenza e prestigio, la prima edizione del “Premio Fortunato” che riscosse successo a livello nazionale. Formatosi alla scuola di Fortunato, Nitti, Salvemini, Ciasca e di altri insigni meridionalisti, Nino Calice elaborò l’impostazione del problema del Mezzogiorno alla luce dei mutamenti sociali, politici ed economici del nostro tempo.
Negli ultimi anni, lasciata in parte la politica attiva, Nino Calice ha fondato la “sua” Casa Editrice (omonima) che, con il Centro Studi “Giustino Fortunato”, cura gli “Annali per una storia sociale della Basilicata”, dei quali, coinvolgendo uomini di cultura di alto livello, sono usciti già diversi importanti volumi. Ne citiamo alcuni: Popolo, Plebe e Giacobini, Napoli e la Basilicata nel 1799, 1989; La Modernizzazione introvabile, 1990; Nel secolo dei lumi, 1990; Storia di folli e di follie, 1990; L’esodo e la memoria, 1990; Momenti di storia della cooperazione in Basilicata, 1990; Lo sgomento del quotidiano, 1998; Italiani amate il pane, 2000; Bruciate le tappe, 2003; La Borghesia tra Ottocento e Novecento in Basilicata. Storie di famiglie, 2006; Strategie familiari e imprenditoriali fra ‘800 e ‘900. Il caso Basilicata, 1992; La Borghesia tra Ottocento e Novecento in Basilicata. Storie di famiglie, 2006.
Uomo di profonda cultura, inimitabile oratore e forbito conferenziere, Nino Calice costituisce un importante punto di riferimento per approfondire l’evoluzione del meridionalismo liberale, “lasciando un’eredità di pensiero e di impegno ed un esempio morale che altri in Lucania e nel Mezzogiorno dovranno raccogliere “ (Giorgio Napoletano).
Noi che abbiamo avuto Nino Calice compagno di giochi negli anni ’40 intorno ai palazzi Catena e Fortunato, nelle vicinanze dei quali erano le nostre abitazioni, ne serbiamo un ricordo particolarmente affettuoso per la sua giovialità, la nobiltà d’animo, l’amicizia sincera e la grande simpatia. Nel corso degli anni successivi abbiamo percorso, senz’accorgercene, strade diverse. Nel 1970 però ci siamo ritrovati entrambi candidati, in partiti diversi, per l’elezione del primo Consiglio Regionale della Basilicata; lui già autorevole professore di liceo e politico affermato, io modesto insegnante di scuola elementare. Sempre comunque, conservando la reciproca stima, concretizzata dall’abitudine, tutta paesana, di chiamarci sempre per nome. Abbiamo avuto modo di apprezzare col tempo il suo itinerario intellettuale e culturale, compiacendoci – come per fratello di sangue - delle sue continue, prestigiose affermazioni sociali e politiche.



Anche perché, da uno come “Nino” nessuno onestamente si sarebbe aspettato niente di meno di quello che lui faceva. Nino Calice ci ha ( sempre gratuitamente e gioiosamente) insegnato quello che lui studiava e sapeva. Nei libri prima ricordati, ma anche nei comizi e nelle conferenze. E – Nino ne era capace come non pochi – nelle conversazioni private, magari passeggiando in Piazza Giustino Fortunato nell’eterno va e vieni delle mattinate domenicali. In questo senso ( generosità dell’amico) gli diamo atto dei preziosi consigli e suggerimenti che non ci lesinò nella stesura del nostro modesto volume Le ferrovie Ofantine, pubblicato per il centenario della tratta Rionero- Potenza ( 21 settembre 1997 – 21 settembre 1997).
Con tali sentimenti di profonda riconoscenza ricordiamo l’amico fraterno, lo studioso e l’uomo politico che per il riscatto e l’emancipazione delle classi più umili ha speso fino all’ultimo le sue migliori energie.
In occasione del decimo anniversario della morte di Nino Calice, il Centro Annali ha programmato alcune iniziative che si svolgeranno a partire dal 14 settembre d’intesa con la Presidenza della Giunta Regionale di Basilicata, la Provincia di Potenza e il Comune di Rionero in Vulture, fra cui : trasformare il nome “Centro Annali” in “Centro Annali Nino Calice”; promuovere un Convegno che ne ricordi la figura di politico, storico, uomo di cultura; pubblicare gli atti del convegno; preparare la sua biografia; rieditare le sue prime due opere. Noi, sommessamente, suggeriamo pure di affiggere una targa ricordo sulla facciata della sua casa natale, in Vico II Garibaldi, 6.

Michele Traficante

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