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Eventi 2011: Rionero - Presentazione Albe Dentro L'imbrunire

Agosto 2011




"Lettere dal carcere di Melfi"


Ho presentato il mio documentario "Albe dentro l'imbrunire" (realizzato con Pino Di Lucchio) in diversi luoghi: in primis alla Casa di Riposo di Rionero (alla quale è dedicato), e quindi in diversi festival, in particolare al Festival del Cinema di Venezia (Cinecittà- Luce), nel settembre scorso. Avevo quindi pensato di portarlo invisione agli ospiti della Casa Circondariale di Melfi,
dove già in passato avevo presentato alcuni film (con la Charitas) grazie all'interessamento del cappellano don Pasqualino Di Giacomo e del direttore Michele Giammatteo. E' stata una presentazione toccante: oltre cento detenuti lo hanno accolto in un commovente silenzio, come una preghiera. Nel dibattito che ne è seguito, oltre una decina di interventi, di una sensibilità e di un entusiasmo palpabili. Alcuni di loro hanno voluto inviare un proprio scritto,che
con vivo piacere intendiamo pubblicare.

Armando Lostaglio

Casa Circondariale Melfi 25/11/2011 ore 17:20

Le piccole ma grandi cose che appartengono alla vita del mondo. Si è una ruota che gira, e tutto diventa catena che gira su se stessa. Il mondo gira e con il passare degli anni il mondo non invecchia mai. A differenza di chi invece questo mondo lo occupa, avendo avuto la gioia di nascere e di vivere. Un seme che dal proprio gene diventa vita, e col passare degli anni si diventa vecchi. E quando si è vecchi non si sai n quale luogo si spegnerà l’ultimo giorno della propria vita.  Gli animali vanno al mattatoio, gli alberi invecchiando diventano secolari robusti ed ammirati. Ma l’uomo non è come un albero. La grande gioia che si vive da genitore ogni volta che nasce un figlio, come la già detta catena di montaggio, da bambino si diventa genitore e con la fortuna si diventa pure nonni e vecchi. Ma spesso si viene trascurati proprio dai figli che con la scusa degli impegni di lavoro dimenticano i sacrifici che un genitore ha dovuto affrontare per amore della propria famiglia, fino a mettere a repentaglio la propria vita, sempre per l’amore dei figli. Vale sempre la pena prendere esempi per fare delle riflessioni da documentari e filmati che ci propongono testimonianze rese da persone a cui vanno certamente fatti gli elogi. Persone che ci permettono di essere amati anche quando si è vecchi dando la gioia di amare. Auguro sempre che si prendano iniziative e progetti per far sorgere case di riposo e fare volontariato nei confronti di coloro che avranno necessità, come gli anziani che hanno bisogno di assistenza, di cura e in particolare di affetto. Dio li possa ricompensare nel dargli salute e pace. Merito di queste persone che con la loro bontà e pazienza permettono ad un anziano di vivere il resto degli anni in compagnia, non trascurati e amati. Siamo tutti figli di Dio, ma l’amore e l’affetto si condivide con le persone che ci amano. Un vecchio proverbio ci dice: un genitore può crescere cento figli ma cento figli non bastano per far vivere bene un genitore. Per un segno di affetto cristiano occorre sempre che noi rafforziamo la nostra fede per nostro Signore Gesù Cristo; non ci resta che pregare per coloro che intendano prendere iniziative di aiuto nei confronti degli anziani. Un giorno potremo anche noi averne bisogno. Purtroppo i giovani oggi prendono spunto quasi da tutto quello che viene trasmesso nella televisione e spesso ci si rovina l’immagine e l’esistenza, oscurando i veri valori della vita. Per questo auguro di vero cuore coraggio e buona volontà a coloro che ancora credono che il mondo ce la possa fare. Infine ringrazio l’ideatore che ha permesso di mostrarci il filmato “Albe dentro l’imbrunire” pure in un luogo di pena in cui sono costretto ad avere dimora; nel vedere il filmato i brividi nel sangue non li ho potuti trattenere. Solo al pensiero che fuori da questo posto ci sono i nostri anziani, ai quali andrebbe tutto il nostro affetto. Grazie a queste splendide persone. 
                                                                         Angelo S.


Lettere dal carcere di Melfi

Sono Sebastiano, e vengo, o meglio mi ci hanno portato qua, dalla Sicilia, da un paesino del messinese. Vedendo il filmato della casa di riposo degli anziani, dal titolo Albe dentro l'imbrunire, ne sono rimasto molto colpito. Vedere delle persone deboli ed indifese, e pure tante premurosamente assistite, mi si è riempito il cuore di gioia. L'ho vista nei loro occhi, è la loro forza di vivere è una grande cosa. Mi veniva spontaneo fare una domanda all'autore di questo documentario, ma per timidezza non l’ho fatta: perché proprio a noi che già siamo in sofferenza (nel carcere) far vedere queste immagini, per quanto siano anche gioiose, per un certo verso, visto che gli anziani hanno trovato la loro serenità, seppure sono sofferenti. Purtroppo quella è una piaga che si propaga in tutto il territorio italiano e anche europeo e mondiale: la cosa triste è che non si fa nulla per aiutare al meglio queste persone e spesso sono abbandonate a loro stesse.
Per fortuna esistono persone come voi. Grazie.

Sebastiano


Lettera dal carcere (3)

Egregio Armando Lostaglio, sono il detenuto Giovanni, ho assistito alla visione del vostro documentario “Albe dentro l’imbrunire”. Sai, ci sono tante cose da dire sulle persone che vivono gli ultimi anni della propria vita. Persone che, a parte quelle del documentario che avete girato nella Casa di Riposo Virgo Carmeli, sono fortunate se pure nella sfortuna. Sfortunate perché queste
persone sono allontanate dalle proprie famiglie perché rappresentano un peso per i figli. Ma questa cosa che io evidenzio, tutti la sanno. Eppure, dal mio punto di vista umile e fragile, queste persone vivono la loro gioia più grande nel profondo della loro memoria, nella quale custodiscono l’amore per i loro figli. Nella nostra nazione vivono molti anziani in povere condizioni.
Io mi ricordo che, all’età di 23 anni ho accompagnato mia nonna in una Casa di riposo. Quando era sera, capendo che l’avrei lasciata là, si stringeva ai miei pantaloni per non lasciarmi andare via, mi diceva “non lasciarmi qui”. Lo ripeteva molte volte. Lì ci ha vissuto solo tre giorni, e pur non essendo ammalata, è morta. Non me lo so spiegare.
Scusate se non so scrivere tanto bene, ma ora so capire che queste persone hanno tanto bisogno di amore, dai loro figli innanzitutto, e dalle persone care, perché tanti vecchi muoiono soprattutto per questo, perché si sentono abbandonati proprio da coloro che sono stati accuditi e cresciuti, donando il loro primo amore.
Per questo, e faccio appello tramite il vostro giornale, che i figli non si devono mai dimenticare dei loro genitori. E dovrebbero fare loro visita più spesso, regalargli fosse anche una caramella, e un po’ di amore che non costa niente, ma per un anziano vuol dire tanto. Non dimenticare mai il padre e la madre, perché tu vivi per loro volere.

Giovanni P.
(Casa Circondariale Melfi)


Lettera 4

Sono stato molto molto colpito e sensibilizzato dalla visione del cortometraggio “Albe dentro l’imbrunire”. Mi ha smosso dentro qualcosa di indescrivibile, perché ho mio padre anziano, è molto sofferente e che vorrei tanto accudire e stargli vicino amorevolmente. Cosa che al momento non posso permettermi per il mio stato di detenzione.
Alla fine della proiezione del documentario, e anche durante, il pensiero andava al mio Papà, la prima cosa che ho pensato!
Sarebbe bello che questo documentario venisse proiettato nelle televisioni, al posto dei “talk-show” che quotidianamente vanno in onda privi di valori morali…sono diseducativi e non hanno niente da insegnare ai nostri giovani, o ai figli che hanno genitori anziani e non sono capaci di accudirli.
Secondo la mia opinione, non si tratta di avere il peso della propria famiglia e quindi si trascurano i genitori anziani. Manca proprio l’Amore, la carità e lo spirito di sacrificio, quello che certamente non mancava ai nostri genitori, ai nostri nonni. La forza dell’Amore supera ogni barriera. I figli devono saper prendersi cura dei propri genitori. E pensare che noi, un giorno saremo anziani.
Quando si è giovani è difficile capire  le problematiche che la vecchiaia apporta. Ma basterebbe fermarsi un po’ a riflettere e guardare indietro chi erano un tempo gli anziani di oggi, cioè giovani pieni di forze proprio come siamo noi adesso. Mi viene in mente la parabola di Gesù quando diceva di non  fare agli altri quello che non vorresti si facesse a te. Perciò occorre che siamo più responsabili verso gli anziani, che poi sono come i bambini, vanno accuditi con tutto l’Amore che possiamo.

Giuseppe D.
(carcere di Melfi) 

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