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GIUSEPPE ZANARDELLI E GIUSTINO FORTUNATO


Durante il viaggio in Basilicata Zanardelli fu ospite in casa Fortunato a Rionero

Com’è noto fra Giuseppe Zanardelli (Brescia 1820-Moderno 1903) e Giustino Fortunato (Rionero 1848- Napoli 1932), il primo del profondo Nord e il secondo del profondo sud, vi fu una grande stima ed affettuosa amicizia. 

Più volte il parlamentare rionerese aveva descritto all’on. Zanardelli le condizioni di estrema miseria ed arretratezza del Mezzogiorno d’Italia.
Tanto da convincere Zanardelli, presidente del Consiglio dei ministri, a compiere, nel 1902, il famoso viaggio in Basilicata per conoscere “de visu” le reali condizioni socio - economiche della nostra regione.
Giuseppe Zanardelli, ormai avanti negli anni (ottantaduenne), dopo aver girato in lungo e in largo la Basilicata con mezzi di fortuna, spesso a dorso di mulo e su carri tirato da buoi e constato con i suoi occhi le drammatiche condizioni delle popolazioni lucane, si fermò a Rionero per alcuni giorni di riflessione. Era già stato a Matera e altri paesi lucani anche a Palazzo San Gervasio, a Venosa e a Melfi.  “L’on. le Zanardelli, - riportò la Tribuna di Roma il 28 settembre 1902 - partito iersera da Melfi, giunse qui a Rionero prima di mezzanotte. Era accompagnato da Ciuffelli, Talamo, Fortunato, Granturco, Lacava, Pavoncelli e Torraca.  Tutti sono ospiti in casa Fortunato. Una gran folla accolse il ministro, che si tratterà qui oggi e domani per riposarsi e meditare il discorso, che dopodomani a sera terrà a Potenza. Il tempo si è rimesso buono”. “Nella serata del 28 settembre vi fu un sontuoso pranzo, in casa Fortunato, in onore del Presidente del Consiglio, cui parteciparono le autorità locali, i sindaci del Mandamento e i deputati qui convenuti”. “Allo champagne - riporta sempre la Tribuna di Roma il 29 settembre -, si levò il sindaco di Rionero, avv. Eugenio Brienza, che, a nome dei conterranei, inneggiò al patriottismo di Giusppe Zanardelli, augurando che, pel bene del Mezzogiorno, egli rimanga ancora lungamente a capo del Governo. Seguì l’on. Granturco, che disse di aver suggerito a Giustino Fortunato di scrivere in onore di Zanardelli gli ultimi volumi della preziosa collana storica, onde, con singolare magistero di storico, di artista, egli seppe illustrare la nativa valle di Vitalba. Profondamente commosso, il Presidente del Consiglio si alzò a sua volta, e riaffermando la sua decisa volontà di fare tutto quanto sia possibile pel bene di queste regioni, e ringraziato per le sue parole l’on. Granturco, a lui legato da vincoli di antica affettuosa amicizia, brindò a Melfi, a Rionero, alla casa ospitale del suo carissimo amico Fortunato”. “L’on. le Fortunato rispose, con commovente semplicità, che il massimo onore della sua casa sarà l’aver ospitato Giuseppe Zanardelli”.
Una piccola lapide, posta sulla parete dell’elegante scala marmorea che porta al piano superiore del palazzo, ricorda il breve soggiorno dell’illustre ospite che “ qui indagati i mali della Basilicata, meditò provvedimenti a lenirli”.
Da Rionero, nella mattinata del 29 settembre, l’onorevole Zanardelli, si portò a Potenza ove, a conclusione del suo memorabile viaggio, pronunziò il sentito e accorato discorso. “ Percorsi più giorni – disse, fra l’altro, il Presidente del Consiglio dei ministri – distese di monti, nudi, brulli, senza qualsiasi produzione, senza quasi un filo d’erba, e avvallamenti altrettanto improduttivi. Si correva per ore e ore senza trovare una casa, ed al desolato silenzio dei monti e delle valli, succedeva il piano mortifero dove fiumi sconfinati scacciavano le colture, e straripando, impaludarono. E vidi, ad esempio, il letto dell’Agri identificarsi colla valle dell’Agri e l’acqua vagante non avere quasi corso in quelle sterminate arene. Se le campagne sono in gran parte deserte, e, per la malaria, pestilenziali, gli abitanti alla loro volta non sono sicuri. Combattiamo insieme - concluse il suo discorso - una grande battaglia contro le forze della natura e contro le ingiurie degli uomini. Non aspiro ad alcuni bene maggiore che a quello di uscire da questa battaglia, insieme a voi, vittorioso”.
Di qui la ferma convinzione della necessità di approvare urgenti e adeguati provvedimenti legislativi per risollevare le misere condizioni in cui si trovavano le popolazioni della Basilicata.  E fu l’uomo di parola. Infatti, l’on. Zanardelli preparò quel disegno di legge che, presentato alla camera il 27 giugno 1903 e discusso nel febbraio 190 dopo la morte del suo ideatore, fu definito uno dei primi esempi di legislazione speciale a base regionale. I provvedimenti contenuti nella legge del 31 marzo 1904, conosciuta come Legge Zanardelli, erano divisi in quattro gruppi. Nel primo erano compresi: nuovi tronchi di strade nazionali e provinciali, la sistemazione e ultimazione delle strade comunali obbligatorie, la costruzione di strade di allacciamento per i comuni e le frazioni di comuni isolati; l’aumento del contributo dello stato per la costruzione di strade di accesso alle stazioni ferroviarie, il completamento della. – montana se necessari agli abitati pericolanti, fornitura di acqua potabile, spese di risanamento soprattutto per Matera e Campomaggiore (sventramento di rioni insalubri); sistemazione dei bacini imbriferi e correzione dei corsi d’acqua; bonifica per combattere la malaria; utilizzazione delle acque a scopo industriale e di irrigazione. Il secondo gruppo di provvedimenti riguardava il rimboschimento e la sistemazione dei pascoli. Il terzo mirava a risollevare le sorti dell’agricoltura con la creazione di quattro cattedre ambulanti. Il quarto gruppo riguardava le agevolazioni tributarie.
La legge del 31 marzo 1904, per la verità, non entusiasmò certo Giustino Fortunato che, addirittura non la votò. Essa se non risolse gli annosi problemi che attanagliavano la Basilicata, anche per esigui finanziamenti dello Stato, ebbe
il merito di metterli in evidenza e determinare la consapevolezza della necessità di interventi adeguati.
 “L’onorevole Zanardelli - disse Giustino Fortunato come sintesi del viaggio presidenziale - ha posto il problema del mezzogiorno, che è e sarà per lunga ora il problema fondamentale di tutta la nuova politica dello Stato italiano”.”Certo - subito dopo aggiunse -, averlo così posto, non significa punto averlo risoluto: tutt’altro. Ma averlo posto è già molto, anzi moltissimo”.
In effetti, se è vero che la legge speciale per la Basilicata porta la data del marzo 1904, fino al marzo 1905 non fu approvato il regolamento per la sua esecuzione. Solamente il 18 maggio 1906 fu approvato il piano regolatore per le opere pubbliche per una somma complessiva di 51 milioni a favore di 358 opere di cui 105 da eseguirsi entro i primi due esercizi per un ammontare di 9 milioni. Della ricorrenza del centenario della visita dell’onorevole Zanardelli in Basilicata a suo tempo si è molto parlato e scritto sui vari organi d’informazione lucani. La sede Rai della Basilicata ha messo in onda dei buoni servizi che hanno illustrato le varie tappe del viaggio nella nostra regione. Inspiegabilmente, però, sono state saltate quelle effettuate nella zona del Vulture ( Palazzo San Gervasio, Venosa, Melfi) e a Rionero in particolare. La cosa, in verità, ci ha lasciato alquanto perplessi. Riteniamo, tuttavia, che una maggiore conoscenza e una puntuale rivisitazione di quegli eventi, possono aiutarci a fare una serena riflessione su quanto e come è stato dallo Stato unitario, in tempi non certamente floridi, per il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni meridionali e lucane in particolare.

Michele Traficante

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