"Ero vicino a una recinzione mentre cercavamo di riprenderci la Maddalena. Era un'azione simbolica, ma ci hanno aggredito con violenza. Mi hanno colpito con un lacrimogeno, quando mi hanno preso mi hanno pestato in dieci. Si accanivano senza pietà." racconta Fabiano "Poi, prima di portarmi nel deposito dei gas lacrimogeni e mettermi su una barella, mi hanno sputato in faccia, colpito nei testicoli e continuato a picchiare fino a quando non è arrivato un medico militare. Appena si è girato sono stato colpito sul naso con un tubo di ferro. Mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato. Sulla barella hanno continuato a pestarmi. Un agente della Digos li ha invitati a smettere perché c'erano le telecamere. Poi, un dirigente di polizia si è avvicinato e ha fatto spostare la mia barella al sole dicendo che non meritavo di essere soccorso e che dovevo pagare per aver tirato le pietre. E che non mi avrebbe mai portato al pronto soccorso ma direttamente in Questura, dove mi sarebbe aspettato il peggio. Non potrò mai dimenticare Davide, il volontario della Croce rossa che mi ha salvato la vita".
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