(articolo pubblicato l'11 Febbraio 2009 su Vulture Magazine)
I laghi di Monticchio sono fra i più importanti del mondo per quel che riguarda lo studio e la
ricerca paleoclimatologica. A confermarlo sono i ricercatori tedeschi del Geo Forschungs
Zentrum di Potsdam (situata a circa 40 km. da Berlino) che da alcuni giorni effettuano le
proprie ricerche su una piattaforma fissata al centro del Lago Grande.
E’ un gruppo composto da otto studiosi, fra docenti, tecnici e qualche studente del Centro
tedesco che già in passato ha condotto studi soggiornando sui nostri laghi: la prima volta
vennero nel ’90 , quindi nel ’94.
Ma cos’è la paleoclimatologia e perché tanto interesse per i nostri laghi? Lo abbiamo chiesto
ai dirigenti della spedizione tedesca (presieduta dal Prof. Jorg F.W. Negendank), la dottoressa
Sabine Wulf e il dottor Jens Mingram. (A tradurre in simultanea è con noi un giovane
rionerese nato in Germania, Enzo Liccione, che ha immediatamente instaurato con i
ricercatori una buona intesa non solo linguistica). Mostrano intanto una pubblicazione
scientifica (in inglese) sulla quale campeggia, in copertina, una veduta aerea dei due Laghi di
Monticchio.
Innanzitutto va detto che con i “paleoclimi” si designano i diversi climi che si verificarono
sulla terra durante le passate ere geologiche. La nostra ricerca – conferma la dr.ssa Wulf -
focalizza la sua attenzione sui cambiamenti degli ultimi 130 mila anni. Essi vengono ricostruiti
sia con lo studio delle flore e delle faune fossili, che è quello che facciamo noi, mentre altri
orientamenti di studi si rivolgono agli aspetti astronomico-geografici. Sono quindi meglio
ricostruiti i climi dell’era quaternaria, cioè l’attuale, per la quale si possono determinare le
durate relative dei vari climi che si susseguirono.
Nel quaternario l’attività vulcanica fu molta intensa mentre la flora era la stessa di oggi.
“I laghi di Monticchio conservano caratteristiche eccezionali per i nostri studi. I laghi in Italia
sono abbastanza caldi (ad esempio in Germania sono molto freddi) e consentono tali ricerche,
che il nostro Centro –dice la ricercatrice - svolge anche in luoghi come Ischia, Campi Flegrei e
Vesuvio, (intorno a Napoli) come pure sull’Etna, al fine di verificarne le differenze.
Monticchio si rivela il posto migliore ove effettuare rilevamenti ed analisi”.
Curiosamente chiediamo come si svolge la giornata di lavoro sul lago.
“Partiamo intorno alle 7 del mattino, e restiamo sulla piattaforma fino alle 19”. Dodici ore
ininterrotte sotto il sole battente, ponendo a base logistica il Camping Europa. Il “capitano
Zanini” (cosi lo chiamano) li accompagna con un battello e all’ora di pranzo porta le vivande.
Va a riprendere il gruppo di lavoro quando è ormai il tramonto.
- Un intera giornata sulla piattaforma?
“Certo, dodici ore sotto il sole, per estrarre mediante appositi strumenti alghe, fiori e
vegetazione varia, fino a toccare una profondità di 65 metri. E’ un lavoro meticoloso di
catalogazione e conservazione (in teche speciali) di materiale che verrà quindi analizzato in
Germania nel Centro di ricerca”.
- Ma dove sono approdati finora i vostri studi?
“La nostra conoscenza sulla variabilità paleoclimatica ha aumentato considerevolmente le
nostre conoscenze sul cambiamento globale negli ultimi tre quattro decenni. Comunque molte
domande rimangono irrisolte, e qualsiasi nuova scoperta può cambiare la nostra idea sulla
capacità del sistema climatico in generale.
La ricostruzione paleoclimatica è quindi basata su una varietà di ricerche molto importanti
sul polline, sugli isotopi e gli atomi.
Inoltre, le registrazioni climatiche e metereologiche del passato in vari punti dell’Europa,
possono essere correlate con la paleo-data e con altri segnali climatici. Non ci sono strumenti
per valutare i climi di 10.000 anni fa, ma possiamo ottenere informazioni grazie ai siti storici,
ai libri monastici, a diari e rapporti locali.Le nostre ricerche – conclude la dr.ssa Wulf – si direzionano anche in Israele, in Francia, in
Polonia (prossime tappe) e perfino in Cina”.
Sarebbero ancora molte le domande e le curiosità da rivolgere agli studiosi tedeschi, che con
grande spirito di sacrificio e un forte amore per la scienza, sopportano la calura di questi
giorni. Quando ci avviciniamo alla piattaforma, un giovane ricercatore si tuffa in acqua:
ufficialmente per prelevare del materiale, ma forse anche per trovare refrigerio.
Monticchio, la sua storia naturale che viene da così lontano, offre questo e molto altro ancora.
Basterà saper valorizzare i suoi tesori. Ma molti degli abituali visitatori probabilmente non li
conosceranno mai.
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