Appuntamenti in Primo Piano: DEBUTTO Romano: CASA DI BAMBOLA di Ibsen dal 26 gennaio al 5 febbraio Teatro Vascello
STAGIONE TEATRALE
2016-2017
Teatro Vascello
Direzione Artistica Manuela Kustermann
dal
26 gennaio al 5 febbraio 2017
dal
martedì al sabato h 21 domenica h 18
CASA DI BAMBOLA
adattamento
e regia Roberto Valerio
con
Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Michele Nani, Massimo Grigò, Carlotta
Viscovo
Personaggi
e interpreti (in ordine di apparizione)
Nora
Helmer VALENTINA SPERLÌ
Torvald
Helmer ROBERTO VALERIO
La
signora Linde CARLOTTA VISCOVO
Il
Dottor Rank MASSIMO GRIGÒ
Krogstad
MICHELE NANI
La balia DEBORA PINO
scene
Giorgio Gori
costumi
Lucia Mariani
luci
Emiliano Pona
produzione
Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
con il
sostegno di Regione Toscana, MIBACT
Ma, al di là di
ogni contenuto polemico, il dramma resta opera di una grande e complessa
modernità, abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri
contemporanei.
Partendo da una
nuova e attenta rilettura di questo grande classico di fine '800, attraverso
una riscrittura e rielaborazione scenica del testo, si approda così ad uno
spettacolo dove il centro è “il dramma nudo”, spogliato di bellurie
ottocentesche e convenzioni borghesi.
NOTE DI REGIA
Casa di bambola (1879) è un testo complesso e
seducente che restituisce molteplici e potenti suggestioni. È l’intreccio
dialettico di una crisi, di una transizione, di un passaggio, di un percorso
evolutivo; è il ritratto espressionista (L’urlo di Munch è del 1893) di
un disperato anelito alla libertà che crea però angoscia e smarrimento.
I personaggi si muovono in uno spazio scenografico
spoglio/essenziale, sghembo, caricaturale, oscillando tra il sogno e la veglia,
tra la verità e la menzogna, tra il desiderio e la necessità. Uno spazio
onirico che trasfigura la realtà in miraggio, delirio, allucinazione, incubo.
Una scena stilizzata per raccontare al meglio un desolante deserto relazionale
ed esistenziale popolato non da volti ma da maschere
che si apprestano a inscenare un dramma della finzione. Madre di tre figli piccoli, Nora è sposata da
otto anni con l'avvocato Torvald Helmer, che la considera alla stregua di un
grazioso e vivace animale domestico. E lei 'sembra' felice in questa sua gabbia
familiare. Entrambi vittime della loro incapacità di comunicare realmente,
entrambi intrappolati in ruoli che si sono vicendevolmente assegnati: lei
consapevolmente confusa, lui ignaro e sentimentalmente analfabeta.
Alberga in Nora la consapevolezza repressa di essere
stata costretta dal padre e dal marito a vivere nel sortilegio
dell’infantilismo e dell’inettitudine. Ma quell’embrionale pallido incosciente
rancore svanisce di fronte all’ideale di perfezione a cui ha ancorato
l’immagine di Helmer; e così, la relazione tra i due è viziata dalla
reificazione e dall’abuso, percepibile nel sottile confine che separa
l’oltraggio dal gioco, l’acquiescenza dalla complicità, l’oppressione dalla
devozione.
Nora forse non possiede gli strumenti per sottrarsi
ai vincoli che la tengono in scacco e le impediscono di evolvere come individuo
pienamente cosciente, autonomo, capace attraverso le armi della critica di
esercitare pienamente il proprio libero pensiero e incamminarsi sulla strada
che conduce all’autodeterminazione (a differenza delle altre due figure
femminili create da Ibsen negli anni seguenti: Hedda Gabler e Ellida de La donna del mare).
Ma Nora è senz’altro attraversata, trafitta,
tormentata dai germi della ribellione. Nora vuole naufragare. Vuole
abbandonarsi nell’oceano infinito del possibile; quel brodo primordiale, quel
tutto indefinito e molteplice, creatore di ogni cosa, soffio inquieto e vitale:
la libertà. Suggestione vagheggiata, sognata, desiderata ma non agita. Che
irrompe con forza crescente nella coscienza di Nora spingendola a intraprendere
un cammino doloroso e pieno di insidie verso la maturità.
Ma Nora come la fenice risorgerà dalle sue ceneri e
spiccherà il volo verso la felicità? O il solo concetto del tramonto segnerà
simbolicamente il suo orizzonte esistenziale?
Sarà capace di sopravvivere alla distruzione di quel mondo che
nonostante tutto l’ha cullata in acque rassicuranti e arenata in paradisi
artificiali? Non sappiamo cosa ne sarà di Nora. Non sappiamo se sarà davvero
capace di accogliere pienamente il cambiamento avvenuto dentro di lei per
rifondarsi in una nuova esistenza.
Non ci è dato saperlo. La portata tragicamente
attuale di Casa di bambola si declina forse nell’ambiguità del finale.
Solo immaginandoci Nora come una donna che vive, pensa, agisce nel nostro tempo
presente, possiamo forse investire Casa di bambola di un significato
ultimo che non tradisce il testo ma che è capace di parlare a un pubblico contemporaneo.
Roberto Valerio
Con questo
allestimento del celebre dramma di Ibsen, tornano a lavorare insieme un gruppo
di artisti (Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Michele Nani, Massimo Grigò,
Carlotta Viscovo) che hanno realizzato negli ultimi anni spettacoli di valore,
apprezzati da pubblico e critica, come Il Vantone di Pier Paolo Pasolini,
Un marito ideale di Oscar Wilde e L'impresario delle Smirne di
Goldoni. Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Manzoni di Pistoia il 4 marzo
2016
INFORMAZIONI E BOTTEGHINO
Abbonamenti: 10
spettacoli a scelta 100,00 € tra prosa, danza, musica
5 spettacoli a scelta 60,00 € tra
prosa, danza, musica
3 spettacoli a scelta 30,00 € tra
prosa, danza, musica
Biglietteria:
Intero Prosa 20,00 €
Ridotto Prosa over 65 15,00 €
Ridotto Prosa studenti 12,00 €
Servizio di prenotazione 1,00 € a biglietto
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Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma
Tel.
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IL Teatro Vascello si trova nello splendido quartiere di
Monteverde vicino al Gianicolo sopra a Trastevere a Roma, con i suoi 350 posti,
la platea a gradinata e il palcoscenico alla greca permette un'ottima
visibilità da ogni postazione.
Il Teatro Vascello propone spettacoli di Prosa, Spettacoli
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Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure:
44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro
Venti a due passi dal Teatro Vascello