Pisci ‘e paranza di Mario De Masi al
Premio Scenario 2015
Con
la segnalazione speciale al Premio Scenario 2015, Mario De Masi, giovane autore
ed attore irpino (di Montefredane) si conferma autore originale ed innovativo nel
panorama italiano. Al suo ultimo lavoro dal titolo “Pisci ‘ e paranza” la Giuria ne da la seguente motivazione: “Un lavoro d’ensemble che
attinge all’universo magmatico di un
territorio contestualizzato dove un luogo di transito diventa limbo di
esistenze ugualmente perdute e
marginali. Il progetto rivela un attento uso dello spazio, che compone e
scompone le relazioni fra i personaggi giocate su dinamiche di sopraffazione,
violenza, ma anche improvvise solidarietà.
La
verità dei corpi e della lingua dona forza e poesia”.
L'Associazione
Scenario, con sede a Perugia, promuove la quindicesima edizione del Premio
Scenario, che nasce allo scopo
di valorizzare nuove idee, progetti e visioni di teatro.
Il Premio Scenario e il Premio Ustica per il Teatro si presentano strettamente
interconnessi, condividendo le medesime fasi di selezione e valutazione, per
confluire entrambi nella Generazione Scenario 2015.
All’opera teatrale di De
Masi hanno preso parte anche Andrea Avagliano, Serena Lauro, Fiorenzo
Madonna, Rossella
Miscino e Luca Sangiovanni, con la organizzazione tecnica di Gaetano Battista.
Lo spettacolo si muove in
una stazione. Nelle note di regia una breve quanto efficace descrizione.
Luogo di interconnessione fra i luoghi, la stazione è motore di un
movimento incessante di persone e cose.
Ciò che i più semplicemente
attraversano, da alcuni è abitato. Quello che per molti è un corridoio, per
altri è casa.
Pochi metri quadrati compendiano l’intero
universo delle relazioni umane che abitano fuori, allo stesso modo in cui un acquario, piccolo o grande che
sia, riproduce esattamente le dinamiche animali del mare aperto.
Come in un acquario, si muovono i pesci di paranza di questa stazione
immaginaria.
Piccole
figure senza qualità se non quella di essere umani. Umanamente vivono
l’emarginazione, umanamente ne
generano altrettanta. Tanto essi subiscono lo sguardo schifato del mondo di
fuori, tanto lo rigurgitano nel microcosmo che compongono. Rifiuti della
società che rifiutano a loro volta, in un circolo vizioso di negazione
dell'altro da sé. In questo mondo di ultimi trova spazio la bellezza,
l’ancoraggio disperato alla vita, la struggente consapevolezza della sua caducità.
Acquario dalle pareti a specchio, questa società ai minimi termini non ha né capo né coda.
Si nutre delle briciole che il mondo esterno le offre. Vive nei limiti che
questo le impone.
Il marciapiede è
dunque il meraviglioso, terribile limite che è insieme tensione al superamento
e divieto di transito, horror
vacui e curiosità adrenalinica, insofferenza al presente e paura del
futuro.
Al
marciapiede, significante universale dei limiti soggettivi, si contrappone la
platea, luogo del giudizio comune
che pretende di farsi oggettività. Legato al CineClub “Vittorio De Sica”, Mario De Masi (Avellino 1985), muove i suoi primi passi nel teatro
frequentando l'Accademia del Teatro d'Europa, diretta da Mario Santella. Dal Dal 2006 al 2009 è allievo del
Laboratorio Stabile del Teatro Elicantropo di Carlo Cerciello. Approfondisce la
sua formazione teatrale incontrando registi e formatori come Emma Dante, Paola Tortora, Salvatore Cantalupo, Anton Milenin e Orlando Cinque. Nel 2013 vince il Premio Landieri per il migliore
adattamento di un testo straniero.
La sua continua ricerca di una forma di
teatro essenziale lo porta a cimentarsi nel suo primo lavoro di regia e scrittura di
scena, Pisci 'e paranza. Anche il cinema è per De Masi spazio di
approfondimento e di
ricerca, avendo all’attivo alcuni corti di indubbio valore sperimentale.
Armando Lostaglio