È appena uscito e sta per essere spedito agli abbonati, il numero di
aprile del mensile “Il Foglio volante - La Flugfolio” (anno XXX, n. 4), questo
mese con più pagine del solito. Vi compaiono testi di Tommaso Avallone, Loretta
Bonucci, Aldo Cervo, Mariano Coreno, Serena Cucco, Carla D’Alessandro, Georges
Dumoutiers, Vito Faiuolo, Amerigo Iannacone, Tommaso Lisi, Dario Maraviglia, Luciano
Masolini, Dario Piccirilli, Silvana Poccioni, Nadia-Cella Pop, Benito Sablone, Rosalba
Spagnolo, Fernanda Spigone, Gerardo Vacana, Antonio Vanni.
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cartaceo è necessario abbonarsi. L’abbonamento – che dà diritto a ricevere tre
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Riportiamo, qui di seguito, l’articolo di apertura,a firma Amerigo
Iannacone, una poesia di Benito Sablone e una breve nota dalla rubrica “Appunti
e spunti”.
Internet: non lasciarsi usare
Ogni
giorno ci viene scodellato addosso un flusso ininterrotto di informazioni. Le
notizie che un giornale come il Corriere
della Sera, come La Repubblica, come
La Stampa, pubblica ogni giorno nella
sue non meno di 72 pagine, una persona che abitava in paese nell’Ottocento non
le riceveva in tutta la sua vita.
Centinaia
di radio e di televisioni trasmettono 24 ore su 24. E poi, soprattutto, c’è la
rete che scarica ininterrottamente nei nostri computer, negli smartphone, nei
tablet e negli altri strumenti che la tecnologia mette a nostra disposizione,
notizie, dati, messaggi, comunicati e tutto quanto si pubblica in rete. Senza
tener conto di tutte le altre fonti, dal telefono alla corrispondenza epistolare
alle parole del conoscente che si incontra al bar.
La
rete è la grande novità. È quella che negli ultimi anni ha rivoluzionato il
mondo dell’informazione. Il che è, sia chiaro, positivo, ma siccome chiunque,
senza nessun filtro, può pubblicare quando e quanto vuole, si finisce per
mettere tutto sullo stesso piano. Una idiozia messa in rete dallo scemo del
villaggio finisce per avere, agli occhi di uno sprovveduto, o semplicemente
agli occhi di un ragazzino, la stessa autorevolezza e forse più spazio di una
pubblicata dal New York Times. E un testo
dell’Accademia della Crusca o dell’Enciclopedia Britannica, si trova affiancato
dalla scribacchiatura di un semianalfabeta o l’elucubrazione di un folle.
Questa
mole di dati che raggiungono il nostro cervello possono finire per disorientarci,
per non farci più essere in grado di fare quella selezione positiva che
dovrebbe farci scartare e dimenticare i dati non necessari e lasciare quelli
importanti e cosí può capitare che tutto ci scivoli addosso senza lasciare
traccia. Questo vale, ovviamente, soprattutto per i bambini e i ragazzi, che,
essendo ancora nell’età evolutiva, non hanno sviluppato il necessario senso
critico, non hanno ancora la capacità analisi e di sintesi, ovvero scomporre
nei loro elementi le nozioni e ricomporle, secondo le proprie capacità e le proprie
conoscenze.
Internet
sí, ma non lasciamoci trascinare in viaggi che sembrano avventurosi e sono solo
dispersivi. Usare Internet e non lasciarsi usare.
Amerigo
Iannacone
Sopra una tomba del III secolo a. C.
Nella pianura, specchio delle
erbe primaverili,
i conigli selvatici e le pietre
balzano nel fiurae
alla maniera del Giorno che sopra
i deserti e le paludi
espresse il seme della natura.
Io qui ritrovo
le orme nei fossili, nei carboni, nelle meraviglie
che non sono mutate, nel gigante
d’ossa
uscito dalla tomba per ricordare
una battaglia
comunque vinta. Apparentemente
egli non è migliorato, i suoi
denti
sbriciolati sulle labbra fanno
una collana
intorno al suo corpo,
le vertebre sono infilate dalla
gramigna,
le possenti braccia prive di
tendini
sono inerti all’occhio dello
scopritore.
Preme con chiodi dorati l’aria di
marzo,
si alzano i baveri, le scavatrici
ringhiano
sui bordi delle strade, altari di
luce
scompigliano le nuvole come una
febbre
uscita dalla pietra rovesciata.
Benito Sablone
Chieti
Annotazioni linguistiche
di Amerigo Iannacone
Preposizioni presuntuose
Ci sono preposizioni più presuntuose delle altre che prendono
abusivamente il posto di loro colleghe. Una è “da” che non si accontenta di
tutte le funzioni che già ha, come complemento di moto da luogo (“Viene da
Milano”), moto a luogo (“Torno da mia madre”), agente o causa efficiente (“È
stato abbattuto da un fulmine”), tempo (“Vive a Napoli da un anno”), origine o
provenienza (“Discende da una famiglia nobile”), ecc. Non si accontenta e si
appropria anche di altri ruoli come il complemento di moto “per” luogo: “Passo
da Firenze”, invece del corretto “Passo per Firenze”; causa: “Non vedo piú
dalla fame”, come recita uno spot televisivo, anziché “Non vedo piú per la
fame”; complemento di fine o scopo: “macchina da scrivere”, invece di “macchina
per scrivere”.
Ma non è cosa facile fare ordine nelle preposizioni, che spesso sono in
lite tra loro, alla ricerca di un ruolo.