Le contraddizioni del decreto “Sblocca Italia”, che rischia di sancire la nuova via italiana al petrolio
Lo
spiaggiamento di un capodoglio, avvenuto a Polignano a Mare lo scorso
29 settembre, è l’ennesima dimostrazione dell’incompatibilità esistente
tra trivellazioni petrolifere e sviluppo di un’economia sana ed
ecosostenibile.
Molti
studi scientifici parlano espressamente di un collegamento esistente
fra gli spiaggiamenti di capodogli e tartarughe e le prospezioni
petrolifere effettuate tramite air-gun, con successivi danni ambientali,
ricadute d’immagine per i territori e costi sociali per la rimozione
delle carcasse, che finiscono per ricadere sulle tasche della
collettività.
Ritenere
che le amministrazioni regionali non debbano aver nessun peso sulla
determinazione di questo tipo di scelte, è un palese controsenso. Da
anni i territori chiedono un tavolo aperto per discutere delle scelte
energetiche del Paese, con una visione chiara e nel rispetto del ruolo
di ognuno.
L’accelerazione
che il Governo sta imponendo sulla conversione in legge del Decreto
“Sblocca Italia”, con particolare riferimento agli artt. 36, 37 e 38, è
tuttavia l’evidente dimostrazione di non volere alcuna interlocuzione
con i territori.
In
esso, oltre alla drastica e riduttiva semplificazione delle procedure
per l’ottenimento delle autorizzazioni per prospezioni e trivellazioni
petrolifere, è previsto il totale esautoramento di ogni potere
concorrente delle Regioni, sacrificando gli artt. 117 e 118 della
Costituzione all’altare di una nuova “era del petrolio”.
La
definizione di un’ “Intesa” con le Regioni è un elemento fondamentale,
sancito dalla Costituzione e a più riprese riconosciuto da diverse
sentenze della Corte Costituzionale, e tuttora vigente data la non
ancora intervenuta modifica del Titolo V della Costituzione.
A
maggior ragione, questo vale per i procedimenti riconosciuti dallo
Stato come “strategici”, fermo restando che, all’improvviso, non tutte
le attività di produzione di energia possano diventarlo per decreto.
A
fronte di questo attacco, riteniamo valido ma chiaramente insufficiente
il documento approvato dalla Conferenza delle Regioni il 19 settembre
2014, teso a una pur attenta “revisione” degli articoli relativi agli
idrocarburi.
Chiediamo
con forza, alla Regione Puglia di approvare un nuovo o.d.g. con il
quale venga sancito l’impegno al ricorso alla Corte Costituzionale in
via principale in caso di mancata revisione degli articoli sulle
trivellazioni petrolifere che non rispettano i principi costituzionali,
alla stregua di quanto fatto dai Consigli regionali di Basilicata e
Abruzzo.
Chiediamo
con forza, alla Regione Puglia di farsi promotrice di tale istanza
verso le altre regioni e verso la Conferenza stessa, riavviando il
percorso che aveva portato cinque consigli regionali (Puglia, Veneto,
Abruzzo, Molise e Marche) ad approvare una proposta di legge alle Camere
riguardante il “divieto di ricerca, prospezione e coltivazione di
idrocarburi liquidi”.
Chiediamo
con forza, ai parlamentari pugliesi e ai rappresentanti tutti della
Commissione Ambiente di non essere responsabili dell’avvallo a un atto
legislativo che, in maniera manifesta, non rispetti i principi della
Carta Costituzionale, rendendo “strategiche” tutte le attività
energetiche fatta eccezione per quelle rivenienti da fonti rinnovabili.
Comitato No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili
Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi
Brindisi Bene Comune
Comitato Balneari Puglia
Comitato No al Carbone Brindisi
Comitato per la Tutela del Mare del Gargano
Comitato Tutela Porto Miggiano
Contramianto e altri rischi onlus
Coordinamento Naz. No Triv
Coordinamento No Triv - Terra di Bari
Garganistan
Gruppo Archeologico Garganico Silvio Ferri
Legambiente Puglia
Movimento Stop Tempa Rossa Taranto
PeaceLink
Rete No Triv Gargano
Salviamo il Paesaggio - Terra di Bari
Wwf Puglia
(PUGLIA)
Comitato Med No Triv
Comitato No Scorie Trisaia
Ola - Organizzazione lucana ambientalista
(BASILICATA)
Comitato No al Petrolio nel Vallo di Diano
(CAMPANIA)
Associazione culturale Sciami
Comitato No Triv Sicilia
(SICILIA)