L'acuto
di Obama
“Se
è per questo abbiamo anche meno cavalli e baionette perché i tempi
cambiano”. Ogni campagna elettorale ha il suo slogan, il punto
topico che ne riassume l'essenza e l'esito. Spero sia questa la frase
che, per i prossimi quattro anni, ci restituirà la memoria delle
presidenziali americane 2012. Non si respira certo l'entusiasmo del
2008, con i giovani in piazza e tante, forse troppe, speranze riposte
in quel giovane candidato di colore, che spandeva un'onda di entusiasmo
ben oltre i confini patri. Oggi Obama ha sulle spalle l'esperienza di
un mandato difficile, con i postumi diplomatici dell'era Bush ed una
crisi economica senza precedenti, che affonda le radici nella
deregolamentazione finanziaria degli anni ottanta e novanta. Non ha
più la forza del sognatore, che contagiava, ma è cresciuto e questo
potrebbe essere un punto di forza nel delineare l'agenda di quella
che è ancora “la” superpotenza. Se gli elettori americani
mostreranno di essere maturati, è plausibile che il futuro a
Washington sarà
ancora democratico e, come cittadini del mondo che hanno subito
direttamente ed indirettamente il clima guerrafondaio e
fondamentalista dei repubblicani, non possiamo che auspicarcelo.
Repetita
iuvant
allora, sperando che i soldi risparmiati in biada ed olio per i
fucili non vengano tutti investiti in sottomarini nucleari.