Da Henry John Woodcock, lezione di
legalità ai Licei di Rionero in Vulture
“La prima forma
di giustizia è la propria coscienza”. Questo verso tratto da “I miserabili” di
Victor Hugo è stato l’esordio nell’intervento del magistrato Henry John
Woodcock, durante il seminario tenuto con gli studenti dei Licei di Rionero in
Vulture.
Per iniziativa dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato (ANPS), l’incontro si è tenuto nell’auditorium del Campus con gli studenti dei Licei classico, scientifico e di scienze umane. Alcuni studenti hanno rivolto domande fortemente motivate, mentre alcuni vorranno intraprendere gli studi di magistrato; un grande impegno per il futuro che il procuratore di Napoli (per 10 anni a Potenza fino al 2009) ha caldeggiato e tuttavia invitato al massimo impegno negli studi, conferendo loro il legittimo entusiasmo per questa professione di assoluta responsabilità. Legalità e degrado giovanile, queste le tematiche di fondo verso le quali la preside Antonella Ruggeri ha creduto e promosso in tale iniziativa culturale, sottolineando l’importanza non soltanto didattica, quanto anche politica (“con la p maiuscola”) di creare confronti sulle problematiche che investono la società. E’ pertanto rilevante – ha aggiunto Woodcock - che venga sconfitta, specie nelle nuove generazioni, l’indifferenza verso la legalità, facendosi portatori di una nuova cultura del bene comune. Tenere viva la capacità di indignarsi e uscire dalla omologazione dei gusti che specie nei media privilegia una certa tendenza “paranoica” verso la cronaca nera. Come mai – si chiede – c’è più interesse verso le situazioni tragiche che investono la sfera privata (come il caso di Avetrana e molti altri) e invece passano pressoché inosservate all’opinione pubblica le vicende di malaffare politico che invece offendono la sfera pubblica, cioè tutti noi?
Per iniziativa dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato (ANPS), l’incontro si è tenuto nell’auditorium del Campus con gli studenti dei Licei classico, scientifico e di scienze umane. Alcuni studenti hanno rivolto domande fortemente motivate, mentre alcuni vorranno intraprendere gli studi di magistrato; un grande impegno per il futuro che il procuratore di Napoli (per 10 anni a Potenza fino al 2009) ha caldeggiato e tuttavia invitato al massimo impegno negli studi, conferendo loro il legittimo entusiasmo per questa professione di assoluta responsabilità. Legalità e degrado giovanile, queste le tematiche di fondo verso le quali la preside Antonella Ruggeri ha creduto e promosso in tale iniziativa culturale, sottolineando l’importanza non soltanto didattica, quanto anche politica (“con la p maiuscola”) di creare confronti sulle problematiche che investono la società. E’ pertanto rilevante – ha aggiunto Woodcock - che venga sconfitta, specie nelle nuove generazioni, l’indifferenza verso la legalità, facendosi portatori di una nuova cultura del bene comune. Tenere viva la capacità di indignarsi e uscire dalla omologazione dei gusti che specie nei media privilegia una certa tendenza “paranoica” verso la cronaca nera. Come mai – si chiede – c’è più interesse verso le situazioni tragiche che investono la sfera privata (come il caso di Avetrana e molti altri) e invece passano pressoché inosservate all’opinione pubblica le vicende di malaffare politico che invece offendono la sfera pubblica, cioè tutti noi?
Il
magistrato di Napoli, noto per le sue importanti inchieste specie durante il
decennio trascorso in Basilicata (dal savoiagate al vallettopoli), cita
Tucidide, i classici e la forza dello studio nella formazione dei giovani,
specie quando, secondo la propria esperienza, si affronta l’università.
I giovani incalzano sui dubbi di una società
che non è affatto meritocratica, in un paese come il nostro che sarebbe
ricchissimo se non ci fosse la corruzione e la malavita organizzata,
problematiche sulle quali il magistrato si spende fin dagli inizi della sua
carriera.
Condotta da
Armando Lostaglio, giornalista e critico, con i saluti dell’amministrazione
comunale portati dall’assessore all’istruzione Paola D’Antonio, la manifestazione
si è avvalsa del contributo del dr. Aniello Ingenito, Commissario capo della
Polizia di Stato di Melfi, il quale ha relazionato sugli aspetti più attuali delle
devianze giovanili, a partire dal bullismo che non poche vittime sta seminando
specie nelle scuole, quindi sullo stalcking e i suoi effetti giuridici legati
all’uso smodato di internet, luogo anche di truffe e di frodi informatiche.
Tra
gli scopi statutari – ha sottolineato Paolo De Leo, presidente dell’ANPS - l’Associazione
promuove iniziative di ordine sociale, finalizzate all’affermazione dei valori
connessi alla legalità, deontologicamente legata ai meriti della Polizia di
Stato, svolge ogni attività in conformità degli obiettivi e finalità perseguite
dall’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, pone a disposizione della
collettività l’esperienza maturata nel corso dell’attività di Polizia;
trasmette alle nuove generazioni i valori di giustizia, l’adempimento dei
doveri ed il rispetto dei diritti, conserva viva la memoria di coloro che per
difendere la libertà democratica hanno perso la vita combattendo il terrorismo
e le mafie. A costoro, espressione di indiscusso senso del dovere, va la
massima considerazione. Proprio per il
suo impegno nel sociale, l’Associazione Nazionale
della Polizia di Stato è stata insignita dal Capo dello Stato della Medaglia
d’Argento al merito civile per aver assolto in modo encomiabile e generoso altruismo
innumerevoli iniziative di solidarietà e volontariato, nella vigilanza di
istituti scolastici e spazi pubblici, nell’organizzazione di corsi di
educazione e sicurezza stradale e nella diffusione della cultura della legalità
tra i giovani. Di recente l’Associazione della Polizia di Stato ha patrocinato
la serie di film intitolati “Gli Anni
Spezzati”, andati in onda lo scorso mese di gennaio su Rai Uno, ispirati a
tre momenti storici degli anni ‘70 culminati con l’omicidio del Commissario Luigi
Calabresi, il rapimento del giudice Mario Sossi e la drammatica vicenda di un
ingegnere della Fiat che scopre di avere una figlia facente parte di un gruppo
eversivo.
Su
questo versante, il consiglio cinematografico ai giovani su legalità e
giustizia, va sul film del russo Nikita Mikalkov “12” presentato a Venezia pochi anni or sono.