La repubblica del boia e della ghigliottina, pardon, tagliola
Questa estate, i media italiani esaltarono "l'impresa" della senatrice democratica Wendy Davis, che aveva parlato per 13 ore consecutive senza mai fermarsi, sedersi o mangiare, onde bloccare la legge contro l'aborto dello stato del Texas. Ieri, al contrario, molti hanno lodato il fatto che, per la prima volta nella storia della repubblica italiana, il presidente di una camera (Boldrini) abbia applicato la "tagliola": far cessare d'imperio il dibattito parlamentare, onde consentire la conversione in legge di un decreto altrimenti in scadenza.
Un inno all'efficienza decisionista.
L'intento della tagliola - che, si presume, i pesi e contrappesi statunitensi difficilmente avrebbero ammesso -, è in astratto condivisibile, cioè mettere un freno all'ostruzionismo più cocciuto. Nel merito però lo è assai meno, visto che, nel caso in questione, l'ostruzionismo era il solo modo con cui l'opposizione avrebbe potuto impedire il varo di un decreto che accorpa all'abolizione della seconda rata dell'IMU, una riforma della Banca d'Italia del tutto opinabile e soprattutto non urgente.
Nella prospettiva di un maggioritario spinto e di un sempre più diffuso abuso della decretazione, anche senza urgenza, potrebbe trattarsi di un pericoloso precedente, soprattutto in relazione alle alternative forme di dissenso che, chi sta all'opposizione, si sentirebbe legittimato adottare. E' cronaca di queste ore.